L’amico Mario L. mi ha inviato una fotografia, con una lunga didascalia di accompagnamento. Ho trovato lo scritto di una lucidità e verità sorprendenti e gli ho chiesto se potevo condividerlo sul mio blog, affinché tutti potessero leggerlo. Lui ha acconsentito con piacere. Leggete, siete pregati di condividere i vostri pensieri.
“Lo so, lo so …Una foto non ha bisogno di didascalia, men che meno di una descrizione.Ma questa non è una foto “artistica” e per me non è “soltanto” una foto dei miei due bimbi che giocano su un prato. Sarà finalmente riuscito Ettore a segnare al suo fratello maggiore? Flavio avrà ancora una volta negato il goal al suo fratellino?La bellezza di questo momento non è il gesto tra i due bambini, ma il luogo dove è successo.La gioia è giocare a pallone dove fino a pochi anni fa sorgeva una fabbrica che ha avvelenato l’aria uccidendo in silenzio, lentamente e tra sofferenze atroci, migliaia di persone.I miei bimbi hanno corso, spensierati e felici, proprio dove l’Eternit sminuzzava, fregandosene della salute dei propri lavoratori e dei cittadini di Casale Monferrato, fibre di amianto per rendere “eterni” manufatti di cemento da installare sui tetti in tutta Italia e non solo.Il colore verde ha spazzato via il grigio lugubre, la vitalità dei bimbi allontana la paura della morte,l’esistenza di questo spazio manterrà vivo il ricordo (e il monito) di quanto è successo.”
Foto e testo di Mario L.